Udine, 6 dicembre 2016: dall’autostazione all’aeroporto di Venezia in autobus.
Ho percorso a piedi, con lo zaino sulle spalle, il breve tragitto da casa alla stazione degli autobus. Sono le 6 e 45 ed è ancora buio profondo. All’ingresso da Via Leopardi incontro un ragazzo indiano, del Kerala, precisamente di Chocin. Lavora come portinaio in un condominio di Via di Toppo, mi dice, e ora sta andando a Londra a trovare un amico. Gli chiedo come mai non trova lavoro a Cochin, un luogo turistico da me visitato poco tempo fa. Mi risponde che là pagano troppo poco.
L’autobus parte e attraversa una città ancora addormentata, ma illuminata dalle luci colorate che annunciano il prossimo Natale. Oggi a Sornicco di Artegna, dove ho trascorso la mia infanzia, si festeggia San Nicolò di Bari. Mi tornano in mente i felici momenti in cui noi bambini ci alzavamo prestissimo la mattina per scoprire i doni che trovavamo accanto alle scarpe che appoggiavamo sul davanzale della finestra. C’erano calze e calzettoni, scarpe nuove, maglie, pigiami, fichi secchi, arachidi, cioccolate; spesso venivano aggiunte delle bambole per me e mia sorella, delle macchinine per mio fratello, delle costruzioni in legno, gli antichi lego. Una volta sono arrivati, anche , una carriola azzurra di media grandezza e un lettino per il mio bambolotto, in legno.
La corriera sta attraversando ora la brulla pianura friulana coperta di brina con macchie di alberi a volte spogli a volte con ancora delle foglie secche appese e dei nidi di gazze incastonati tra i rami che lasciano trasparire in lontananza altri orizzonti simili. Più giù, a volte, ci sono dei filari di gelsi, boschi di pioppi, distese di vigneti con i rami tesi come fossero braccia in croce. Un merlo sta fermo, immobile sulla cima di un albero spoglio, uno stormo di uccelli si alza nel cielo. Si sta facendo giorno: alla mia sinistra sta sorgendo il sole, una grossa palla arancione, mentre alla mia destra si intravedono le cime rosate delle lontane montagne, coperte di neve. L’autostrada attraversa le periferie dei paeselli con i profili delle case e dei campanili che disegnano nell’aria le linee del paesaggio pianeggiante. Un banco di nebbia lungo e sottile si alza sopra un corso d’acqua e svanisce all’improvviso. Un trattore, un po’ più su, stava arando un campo quando ancora faceva buio, illuminato solo dai suoi fari. Qui vicino c’è un’autobotte in movimento che sta concimando una vasta area di campagna. Il termometro della corriera segna 5°, ma da un’illuminazione esterna compare un’insegna che indica 1° soltanto.
New Delhi, 7 dicembre 2016. La stazione ferroviaria.
Quando mi allontano dai miei luoghi per lunghi periodi mi si alleggeriscono le delusioni attraversate. Ora è l’attimo in cui stanno svanendo gli orrori di un passato lontano da me rivissuto nei comportamenti di alcune persone. Lo so, sono solo dei fantasmi che ritornano, con le solite strategie e le stesse astuzie di sempre.
New Delhi, 7 dicembre 2016. L’attesa alla stazione ferroviaria.
Varanasi, 8 dicembre 2016
Finalmente a Varanasi, nella bella stanza con vista sul Gange, alla Bramhdev g.h. Il volo cancellato per la nebbia e l’alternativa di un lunghissimo viaggio in treno sono stati ricompensati dalla calorosa accoglienza della gente di qui che infreddolita e imbacuccata continua a svolgere le attività di ogni giorno. C’è chi chiede l’elemosina, chi si offre per un giro in risciò, chi vende qualche souvenir, qualche raro guru che celebra dei rituali sul Gange. Fa freddo ed è molto umido.
Varanasi, 8 dicembre 2016. Bengali Tola infreddolita.
Un giovane guru mi parla di una grande crisi causata dal divieto governativo di utilizzare banconote da 500 e 1000 rupje. Agli sportelli dei bancomat si possono ritirare soltanto 2000 rupje per volta. A Delhi ho cambiato 50 euro in cambio di 2700 rupje. Si son tenuti 800 rupje di commissione, più di 10 euro.
Varanasi, 8 dicembre 2016. Ritorno al Chousatti Ghat.
Varanasi, 9 dicembre 2016
Eccomi di nuovo seduta sulle gradinate del Chousatti Ghat ad inebriarmi dell’energia di questo luogo sacro. Sono quasi le tre del pomeriggio, le 10.30 italiane. Il Gange è affollatissimo di barche che trasportano pellegrini e cortei nuziali verso l’altra sponda. Da poco è comparso un debole sole che ha preso il posto della nebbia; stormi di gabbiani svolazzano in cerca di cibo, al largo, intorno alle barche.
Varanasi, 9 dicembre 2016. Mendicanti al Dasashwamedh Ghat.
Questa mattina sono stata fino a Chowk a cercare una sim card indiana, ma è stato impossibile trovarla ad un prezzo equo. Molti negozi di cellulari erano chiusi ed anche gli sportelli A.T. M. incontrati lungo il percorso erano sbarrati. In realtà ce n’era uno con una lunghissima fila di gente indiana che aspettava il proprio turno. Non credo fosse possibile prelevare per gli stranieri! Sono anche passata per la postazione del mio amico guru, al ghat, ma non c’erano né lui né i suoi seguaci. Anche l’altare e il focolare in cemento che con così tanta meticolosità avevano costruito sono stati demoliti.
Varanasi, Bengali Tola, 9 dicembre 2016. Preghiera a Shiva.
Varanasi, 10 dicembre 2016
Freddo, nebbia, crisi delle banche e degli affari per il ritiro delle banconote da 500 e da 1000 rupje segnano questo momento indiano, ma il periodo dei matrimoni è ugualmente in pieno svolgimento.
Varanasi, 10 dicembre 2016. Sposa al Dasashwamedh Ghat.
I cortei nuziali arrivano al Gange accompagnati dai musicisti o senza, ripetendo, forse in modo più contenuto, gli stessi scenari con i tradizionali rituali che li caratterizzano.
Varanasi, 10 dicembre 2016. Matrimonio al Chousatti Ghat.
Varanasi, 11 dicembre 2016
E’ domenica e sta splendendo il sole. Lungo i ghat c’è molta gente oggi! Il freddo degli scorsi giorni si è attenuato e l’atmosfera è festosa! Qualcuno mi ha detto che nei quartieri islamici si sta festeggiando l’anniversario della nascita di Maometto e per questo motivo molti servizi rimarranno chiusi per tre giorni. Anche gli induisti sono in festa per qualche altro motivo.
Varanasi, 11 dicembre 2016. Il lungo fiume visto da Chousatti Ghat.
Sui ghat la temperatura è primaverile e molti uomini stanno facendo il bagno. I guru e tutti i celebranti sono in piena attività con piatti di fiori, candele accese, incensi fumanti, impasti di farina e acqua. Anche i barcaioli hanno un bel da fare con induisti, turisti e gruppi di musulmani in attesa di raggiungere l’altra sponda.
Varanasi, dicembre 2016. Arrivi di islamici per i festeggiamenti della nascita di Maometto.
Le barche sono richiestissime e quelle già al largo si stanno muovendo lentamente, sempre inseguite dai numerosi stormi di gabbiani. L’energia di Varanasi mi riempie l’anima! Sui ghat, bancarelle di fiori, mucchi di taniche per portare a casa l’acqua del Gange, venditori di zucchero filato, di palloncini, di souvenirs, di borse e borsoni creano dei punti di riferimento, alternativi, agli altarini dei guru e ai tempietti.
Varanasi, 11 dicembre 2016. Tarda mattinata al Dasashwamedh Ghat.
Mucche e vitelli continuano a gironzolare imponenti e senza meta tra la gente, cercando cibo in ogni dove. Cammino oltre il Manikarnika Ghat, il grande luogo delle cremazioni. Lì stanno bruciando almeno 4-5 cadaveri in questo momento. In una pira sporgono i piedi, di una salma, con i plantari dipinti con l’henna. Accanto alle pire sono accatastati dei tronchi e, degli indiani, li stanno spaccando con il cuneo e la mazza. L’edificio accanto è in fase di ristrutturazione: lo si capisce dalle impalcature esterne in bambù e dal battito di un martello che arriva dall’interno.
Varanasi, dicembre 2016. Panni stesi nella nebbia.
Quassù, al nord, ci sono meno barche che attraversano il Gange oggi e i gabbiani stanno adagiati tranquillamente sull’acqua, ora.
Esco sulla Main road affollata. Lungo i bordi della strada ci sono lunghe file di bancarelle che vendono maglie, giacconi, paraorecchie, cuffie di ogni tipo, la maggior parte usati.
Varanasi, dicembre 2016. Banchetto nuziale al Dasashwamedh Ghat.
Al Chousatti Ghat dove sta Sonu, il mio amico barcaiolo ci vado spesso: mi siedo sulle gradinate a parlare con lui oppure a leggere. Oggi, Sonu mi ha dato una nuova versione legata alle cicatrici che porta intorno alla gola. Dice che se le è fatte lui per amore di una ragazza che ha scelto di sposare un uomo ricco anziché lui. Dice che l’amava moltissimo!Anche la casa senza finestre non è mai esistita ed è vera la versione che mi ha fornito, tempo fa, il cugino, quello che possiede le barche che stanno accanto a quelle di Sonu.
12 dicembre 2016
Camminata a Godaulia fino all’altezza della chiesa protestante. Prendendo poi una stradina sulla sinistra mi sono addentrata all’interno del quartiere islamico dove, un’infinità di musulmani, stavano festeggiando l’anniversario della nascita di Maometto.
Varanasi, 12 dicembre 2016. Arrivi al quartiere islamici per l’anniversario della nascita di Maometto.
Lì, in un cortile avevano allestito un palco dove un cantante si esibiva con delle canzoni accompagnato da una musica. C’erano diversi bambini con il tipico cappellino e le bambine con il velo tradizionale. Gruppi di fedeli con le bandiere sventolanti stavano arrivando in continuazione su dei camion addobbati con fiori e stoffe colorate. Da un palazzo lì accanto s’intravedevano diverse persone, per lo più donne, intente ad ammirare dall’alto l’evento.
Varanasi, 12 dicembre 2016. Bambini islamici ai festeggiamenti per l’anniversario della nascita di Maometto.
Ai ghat c’erano diverse persone e molti uomini: anche oggi hanno fatto il bagno. La temperatura era mite e sul tardi è apparso un bellissimo sole che è rimasto tutto il pomeriggio. Verso sera si è levata la luna, quasi piena!
13 dicembre 2016
Un giro per Godonia ad esplorare i vicoletti pullulanti di negozi del vastissimo quartiere islamico.
Varanasi, 13 dicembre 2016. Godonia.
Poi, passeggiate e soste lungo i ghat. Mi sento come in trans, avvolta in un’atmosfera surreale.
Varanasi, 13 dicembre 2016. Quartiere islamico di Godonia.
L’energia di Varanasi, l’atmosfera idilliaca dei ghat mi stanno davvero portando in una dimensione surreale!
Varanasi, 13 dicembre 2016. Pomeriggio lungo i ghat.
14 dicembre 2016
Son tornata nel vivace quartiere islamico, tra le antiche, strette stradine lastricate, immerse nella polvere sollevata dal traffico e dal movimento velocissimo dei numerosi piumini passati sulle merci esposte fuori dai negozi.
Varanasi, dicembre 2016. Quartiere musulmano nei pressi di Bengali Tola.
Anche i gas di scarico delle moto si fermano nei vicoletti, di quelle moto che nonostante il poco spazio vanno avanti e indietro suonando i clacson per farsi strada tra i passanti. Anche risciò, biciclette, carretti, uomini con enormi scatoloni sulla testa chiedono continuamente di passare in fretta lungo i viottoli affollati di gente e bancarelle. E’ difficile muoversi qui, ma soprattutto si fa fatica a respirare. I fitti negozi che fiancheggiano i vicoletti e le gallerie sono addobbati a festa, con bandiere islamiche e lucette colorate che s’innalzano verso il cielo.
Varanasi, Bengali Tola, 14 dicembre 2016. Sulla Main Road.
A volte intraprendo qualche diramazione, ma se mi accorgo che i negozi diradano seguo il cammino della gente per tornare nei vicoletti principali. In questo assembramento di persone e cose, in ogni angolo trovano spazio anche molte cagne affamate, con le mammelle gonfie di latte e penzolanti che testimoniano la recente maternità. Ieri sera ce n’era una che allattava ben 7 piccoli in un angolo, vicino ai ghat, riparato con un telo. Le scimmie ci sono sempre; dall’alto osservano le persone attendendone la loro distrazione per afferrare qualche cibo. Mentre guardo verso l’alto e osservo il movimento delle scimmie da un palazzo all’altro, un grosso pacco mi sfiora la testa. Qualcuno grida al fattorino di stare più attento!
Varanasi, 14 dicembre 2016. Meditazione al tempietto del Rama Ghat.
All’interno dei vicoletti fa ancora freddo, nonostante si sia alzato un caldo sole. Quando arrivo nei piazzali dove splende il sole mi tolgo il giaccone e lo rimetto quando rientro nei vicoletti. E’ un togli e metti continuo! Da Godaulia o Godonia arrivo a Chowk, percorrendo i vicoletti. Ora attraverso la Main Road e mi dirigo verso i ghat. Mi sembra di riconoscere i dolci delle pasticcerie, ma forse mi sbaglio: sono tutte simili. No, sono proprio quelle! E’ una gran conquista riconoscere i luoghi tra i vicoletti!
Varanasi, 14 dicembre 2016. Pellegrina solitaria lungo i ghat.
Arrivo ai ghat: sono affollatissimi di pellegrini! Molti uomini si son fermati a fare il bagno, le donne stanno camminando con i loro borsoni sulla testa. Si ritroveranno tutti al Manikarnika Ghat, il grande ghat delle cremazioni.
Varanasi, 14 dicembre 2016. Lungo il Gange.
Anche il Gange è percorso da barconi carichi di pellegrini, oggi. Vanno verso sud o all’altra sponda! La giornata è caldissima e mi siedo a leggere al sole.
varanasi, 15 dicembre 2016
Varanasi, 15 dicembre 2016. Mucca che mangia i fiori delle offerte al Gange.
Ancora nei quartieri islamici esplorando nuove stradine, tra zerbini sbattuti in faccia e motorette che cercano di farsi spazio muovendosi alternate nei due sensi.
Varanasi, 15 dicembre 2016. Tendopoli in un parco nei pressi di Godonia.
Sbuco in un ampio cortile recintato con all’interno delle tende, dei panni accatastati e stesi, dei cumuli di immondizie. Qui vivono i poveri, mi dice qualcuno. Più giù, sempre in quell’area, dei ragazzini e degli adulti stanno seduti, gironzolano o giocano a calcio. Il cancello è chiuso con un lucchetto, ma c’è un via vai di persone che riescono ad entrare attraverso un buco fatto apposta nell’inferriata. Poco più avanti, di fronte al parco ci sono due macellerie di soli polli dove le bestiole vengono prelevate dalle gabbie esposte all’esterno, ammazzate, spiumate tagliate a pezzi e, volendo, anche cucinate.
Varanasi, 15 dicembre 2016. Bancarelle a Godonia.
Poco più avanti c’è la zona piena di negozi di stoffe: Mi ricorda il libro: “Il paradiso delle signore” letto qualche mese fa. Compro una stoffa a fiorellini: la sto ammirando da qualche giorno. La porterò dal mio sarto sick per farmi confezionare un ulteriore paio di braghe. Oggi, tutti gli sportelli bancomat sono chiusi, anche quello dove avevo prelevato 2000 rupje pochi giorni fa. Nemmeno la banca, nonostante le mie carte di debito e credito è in grado di darmi del denaro.
Varanasi, Bengali Tola, 15 dicembre 2016. Intervento pubblico del partito di Rahul Gandhi sulla demonetizzazione in India.
In una piazzetta di Bengali Tola c’è un animato intervento di rappresentanti del Partito del Congresso, capeggiato da Sonia e Rahul Gandhi, che espongono i problemi della crisi monetaria in cui il Paese versa.
Varanasi, 16 dicembre 2016
A Godaulia, all’incrocio con la chiesa protestante ho preso un autorisciò collettivo per andare alla stazione ferroviaria a comprare il biglietto per Khadwa, nel Madhia Pradesh.
Varanasi, 16 dicembre 2016. Il risveglio del guru.
Partirò da qui il 20 dicembre e arriverò là il 21, alle 4 di mattina. Poi, da Khadwa, prenderò la corriera per Maheshwar dove incontrerò mio figlio e trascorreremo qualche momento del periodo natalizio insieme. Nel pomeriggio son tornata allo sportello bancomat di ieri, a Chowk, ma anche oggi era chiuso come tutti gli altri ATM.
Varanasi, 16 dicembre 2016. Sera al Dasashwamedh Ghat.
Sui ghat ho incontrato un’elegante donna vestita di arancione che mi ha confermato di essere una sadhu. In serata, mentre me ne stavo seduta a leggere “Delitto e castigo” di Dostoevskij è arrivato Sonu con una giovane coreana che camminava aiutata da una stampella. Lei mi ha raccontata che è nata in Corea e quando è rimasta orfana l’hanno portata in un collegio. Poi, è stata adottata da una famiglia belga e vive tuttora a Bruxelles. In un altro ghat, ho incontrato una signora austriaca che stava viaggiando da sola per la prima volta. Era molto titubante sulle scelte da fare per la serata dal momento che il suo hotel stava distante, nei pressi dell’Assi Ghat. Alla fine ha scelto di rientrare subito, a piedi attraverso i ghat. Domani si recherà a Ranchi dove sta seguendo un progetto di un’ associazione austriaca di sostegno alla povertà.
Varanasi, 17 dicembre 2016
Passeggiata oltre Chowk fino ad un piazzale appena allestito con delle giostre per bambini: le macchinine, la ruota panoramica, il bruco.
Varanasi, Chowk, 17 dicembre 2016.
Accanto c’erano due tende per l’abitazione dei giostrai. Le diverse bancarelle vendevano utensili da cucina, di acciaio e plastica, dolciumi e frutta secca, capi di abbigliamento globalizzati. In uno spazio accanto, un po’ appartato, stava un mercato tibetano.
Varanasi, Rajenda Ghat, 17 dicembre 2016. toro con mantello.
All’interno del piazzale gironzolavano soltanto dei gruppetti di studenti, probabilmente appena uscita da scuola o, data l’ora, durante la pausa pranzo. Poi, ho camminato verso i ghat e mi sono immersa nella lettura, seduta, tra i pellegrini, sulle gradinate piene di sole. Passando sotto il porticato che sta subito dopo il Manikarnika Ghat ho visto la sagoma del sadhu che vive lì. Stava disteso sulla lunga panca di cemento con il suo scheletrico corpo avvolto in una coperta dalla testa ai piedi. Degli indiani che stavano lì accanto mi han detto che aveva la febbre. Stare sui ghat, camminare su e giù, fermarmi a guardare la gente, sedermi a leggere e a meditare mi trasportano sempre più in una dimensione surreale.
Varanasi,17 dicembre 2016. Venditori notturni lungo i ghat.
Sarà forse per l’intensità delle energie religiose che si concentrano in questo luogo! Oggi mi siedo a pranzare in un ristorantino diverso: un servizio accurato, camerieri in divisa, gente che parla sottovoce. Il prezzo è doppio rispetto ai miei soliti ristorantini: due euro! Vicino al Dasashwamedh Ghat incontro un gruppetto di donne: rappresentano tre generazioni, nonna, madre e figlia adulta. Con loro c’è anche una zia. Sono arrivate in pellegrinaggio da una cittadina non molto distante da Varanasi. Mi dicono che han lasciato i loro mariti a casa.
Varanasi, dicembre 2016. Sera al Dasashwamedh Ghat.
Di sera, dei bambini piccoli si aggirano per il Dasashwamedh a vendere palloncini e, tornano spesso al banchetto degli arachidi che sta qui, accanto a dove sto seduta, su un palco, insieme ad un altro anziano. Poco più su si sta svolgendo la cerimonia serale e io me ne sto qui ad osservare incantata il via vai di barche che arrivano alla cerimonia e poi, alla fine, ripartono. Torno al Chousatti Ghat dove Sonu sta rientrando in barca con una turista indiana. E’ felice, anzi, sembra già innamorato di lei!
Varanasi, 18 dicembre 2016
Passeggiata attraverso la Main Road fino al quartiere Manikarnika e discesa al Gange percorrendo i viottoli. Sia nella Main Road sia nelle stradine ho incontrato diversi funerali che arrivavano recitando i soliti mantra. Una salma aveva il volto scoperto: era una donna anziana con degli orecchini d’oro e un anellino alla narice sinistra. In quei vicoli ho incrociato pure l’indiano che parla perfettamente l’italiano e fa la guida turistica per Avventure nel mondo. Stava accompagnando un gruppetto di turisti in una guesthouse del posto.
Varanasi, 18 dicembre 2016. Il bagno sul Gange delle capre e dei caprettini.
Sono passata anche sotto il porticato a vedere come stava il baba ammalato. Incredibile, era in piena forma nella sua solita posizione yoga. Più avanti, un ragazzo stava facendo il bagno a due capre adulte e ai loro tre capretti. Lui ne stava insaponando una, mentre l’altra e i tre piccoli intirizziti si stavano già asciugando al sole. Camminando lungo i ghat ho incontrato una coppia di francesi con la loro figlia minore, quattordicenne. Lei, un’insegnante, è potuta andare in pensione con pochissimi anni di servizio in quanto madre di tre figli.
Varanasi, 18 dicembre 2016. Barcone con pellegrini in partenza dal Manikarnika Ghat.
Sui ghat è arrivato anche Pakrash , un indiano conosciuto la scorsa primavera e con il quale son rimasta in contatto via internet. Al Chousati Ghat, Sonu era triste forse perché aveva atteso invano la ragazza indiana conosciuta ieri.
Varanasi, 19 dicembre 2016
Camminata nei vicoletti tra Bengali Tola e Chowk e discesa lungo i ghat. Ormai mi oriento abbastanza spontaneamente in questi labirinti. Vicino al Manikarnika Ghat ci sono ben otto barconi con centinaia di pellegrini e un gran movimento di fotografi e venditori che gironzolano loro intorno con borse, cartoline, occhiali, cibi e bevande di ogni genere, vestiti per bambini, piattini di fiori per le offerte al Gange….
Varanasi, 19 dicembre 2016. Arrivi di pellegrini sui ghat.
Un barcone con 70 pellegrini è in viaggio da Indore, mi traduce uno studente seduto accanto a me sulla gradinata.
Varanasi, 19 dicembre 2016. Gruppo di donne mendicanti con bambini mentre riposano al Dasashwamedh Ghat.
Anche più giù c’è un barcone dal quale scendono dei pellegrini che si dirigono verso il vicino tempio.
Varanasi, 19 dicembre 2016. Acquisti di cartoline sui ghat.
Di sera, mentre sto chiacchierando con Sonu sulla scalinata del Chousati Ghat arriva Prakash che, incredibilmento, un po’ scherzando, mi chiede di sposarlo! Lui, ha 38 anni, io ne ho 68! Con un matrimonio di questo tipo risolverebbe senz’altro il suo desiderio di viaggiare in Europa e ovunque!