Istanbul (Turchia), 6 aprile 2019

Scendendo lungo la riva accanto all’hotel trovo la Piccola Santa Sofia, “The Little Hagia Sophia Mosque”, costruita per volere dell’imperatore Justinian e di sua moglie Theodora, tra il 527 e il 536 con il nome di Hagia Sergios e Bachos Church. Trasformata in moschea nel 1497, la chiesa ha mantenuto la sua struttura originaria anche dopo gli interventi di restauro effettuati tra il 1836 e il 1956.

Piccola Sofia

Istanbul, 6 aprile 2019. La Piccola Santa Sofia.

Ha la forma ottagonale con dei rettangoli che vanno a comporre archi e mezze lune. Anche la cupola è ottagonale e sulle facce del poligono si aprono numerose finestre. Non ci sono mosaici e nemmeno affreschi in questa chiesa.

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Porticato esterno della Piccola Santa Sofia.

All’interno, intorno al perimetro, in alto, sotto la grande cupola, c’è un bordo bizantino raffigurante delle foglie di vite e dei grappoli d’uva, dai quali si ottiene il vino, elemento simbolico del sangue di Cristo. E’ dipinta di rosa e verde porpora all’interno, mentre si vedono i mattoni sulle superfici esterne che la compongono.

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Piccola Santa Sofia, interno.

Intorno alla cupola, c’è un loggiato sostenuto da delle colonne di marmo grigio che ricordano lo stile greco e romano. Anche all’esterno c’è un porticato con una serie di piccole cupole e, nel cortiletto laterale, c’è un cimitero dove sono stati sepolti dei religiosi e delle persone di alto ceto sociale.

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La Piccola Santa Sofia: interno.

Di fronte alla chiesa si sviluppa una costruzione bassa e lunga che ospita dei negozi che vendono manufatti locali. Anche questa chiesa è stata trasformata in moschea come tutte le altre, dopo la conquista di Costantinopoli da parte dei turchi. Uscita dalla moschea mi sposto un po’ a caso tra le stradine in pendenza.

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Gulhane Park.

Arrivo ad un vecchio, elegante portone di legno, aperto. Entro e scopro un grande parco un po’ piano e in parte arroccato su una collina: il Gulhane Park.  All’interno ci sono alberi sempre verdi e altri ancora spogli. I prati erbosi che si estendono su vasti spazi sono curatissimi come pure le numerose aiuole colme di tulipani e viole in fiore.

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Pic-nic al Gulhane Park.

Oggi il cielo è coperto da grosse nuvole ed è tornato il freddo. Un vento gelido soffia in continuazione e penetra, attraverso gli abiti, fin nelle ossa. C’è parecchia gente che passeggia o seduta sulle panchine, anche se fa freddo. Ci sono molte coppie con dei bambini piccoli che dormono distesi sul passeggino.

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Gulhane Park.

Più su, sopra il dorso della collina c’è un parco giochi pieno di bambni che si dondolano sull’altalena, salgono e scendono sugli scivoli, si rincorrono spensierati.

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Panorama sul Mar di Marmara e verso la Torre di Galata.

E’ sabato pomeriggio e probabilmente sia i bambini che gli adulti stanno trascorrendo dei momenti di svago e relax. Ci sono anche dei gruppi di persone sedute sul prato che stanno facendo il pic-nic.

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Momenti di vita accanto al Galata Bridge.

Esco dal parco poco più giù del Galata Bridge e accanto alla stazione ferroviaria di Sirkeci, il punto dal quale questa sera partirò, prima in pullman e poi in treno, per Sofia.

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La piazza di Eminonu.

Oggi vado a pranzo nei ristoranti che stanno sotto il ponte di Galata. Per raggiungere Eminonu da qui devo passare attraverso un sottopassaggio. Lì sotto c’è una marea di gente e si fa fatica a muoversi. Anche qui, sicuramente, nei week-end c’è tanta gente che dai villaggi si sposta in città per fare delle compere o semplicemente per svagarsi.

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Aspetti di Eminonu.

Anche al Gran bazar è praticamente impossibile entrare. Cerco delle stradine meno frequentate e mi dirigo verso l’ostello.

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Un ristorante del Gran Bazar.

Passo davanti alla Colonna di Costantino con la parte alta piena di anelli e rivedo anche la Moschea Cali Pasha dove ieri, i musulmani, stavano pregando nel cortile. Sono sulla Divan Yolu Caddesi, accanto alla scuola islamica visitata ieri.

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La Torre di Costantino con visibili gli anelli che la rinforzano.

Qui, c’è un cancello aperto dal quale vedo sempre un gran movimento di gente. E’ un cimitero con delle tombe in pietra che portano incise le date del XIV secolo. Ci sono anche dei mausolei.

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Santa Sofia: la chiesa divenuta moschea e ora trasformata in museo.

Arrivo a Sultanhamet e anche qui la gente sta seduta sulle panchine e camminando lungo le vie e la piazza.

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Sultanhamet, la Moschea Blu.

Diverse persone stanno sedute nei ristoranti, nelle pasticcerie e nei caffè nonostante sia sera e faccia parecchio freddo. Attraverso la piazza di Sultanhamet, passo davanti a Santa Sofia e alla Moschea Blu e mi dirigo verso l’ostello. Fra poco lascerò Istanbul.

Parco sulla Divanyolu Caddesi

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