Bangalore (Karnataka) e il Meeting 2015 delle W.i.B.

 

Varanasi, 12 novembre 2015. L'attesa alla stazione ferroviaria.

Varanasi, 13 novembre 2015. Viaggiatori alla stazione ferroviaria di Mughalsaray.

13 novembre 2015
Notte in treno: fa freddo e i due finestrini non rimangono chiusi a lungo a causa del movimento del treno. Tento continuamente di richiuderli e cerco nello zaino qualche indumento d’emergenza per coprirmi. Il risveglio della mattina è rallegrato dal saluto delle donne e degli uomini della città di Chennai (Madras) che stanno seduti di fronte a me: quasi tutti indossano una cuffia o una sciarpa legata sotto il mento per proteggere le orecchie dall’aria fredda della notte. I sari delle donne sono in seta, ma non di quella pregiata mi diranno più tardi. Al collo, ai polsi, alle caviglie, alle dita delle mani e dei piedi portano un’infinità di gioielli d’oro e d’argento, ma non hanno alcuna decorazione con l’hennè. Gli uomini sono vestiti all’occidentale, ed i loro orologi ai polsi sono d’oro. Sono molto cordiali e ogni tanto mi offrono del cibo da condividere con loro. Mangiano continuamente e io a volte accetto a volte no: preferisco mangiare pochissimo mentre sono in viaggio. Sono tre coppie molto affiatate e hanno intrapreso questo lungo viaggio per recarsi a Varanasi in occasione del Diwali Festival. Sono di religione induista, ma non sono vegetariani. La loro età va dai 54 anni ai 62. Il più anziano lavorava negli uffici amministrativi della città e da due anni è in pensione. Gli altri due mariti sono commercianti di tessuti in seta; le loro donne si occupano soltanto dei lavori di casa. Una di loro parla abbastanza bene la lingua inglese e mi fornisce spontaneamente, e con generosità, diverse informazioni su Chennai. Alzo completamente la saracinesca e guardo fuori dal finestrino: ritornano i paesaggi agricoli con i covoni di fieno e di paglia, i campi bruciati in modo che le ceneri li concimino, altri già arati nella loro terra rossastra, altri con il letame appena sparso in superficie. Ci sono degli alberi qua e là, alcuni arbusti emergono nel verde con i loro fiori arancioni: ci sono dei canneti, dei campi in fase di aratura con l’aratro trainato dai buoi, greggi di pecore e capre, mandrie di bufali e mucche, tante casupole, degli stagni, delle grosse distese di piantine di riso appena cresciute e ancora immerse nell’acqua e donne sempre eleganti nei loro sari coloratissimi che, con la schiena piegata, le stanno curando. Sulle stradine che fiancheggiano la ferrovia cammina qualche donna portando la sua mucca al guinzaglio e andando verso delle capanne in paglia con il tetto ricoperto di lamiere tenute ferme con dei grossi sassi. I pochi passaggi a livello lasciano vedere solo qualche bicicletta, qualche moto, raramente una corriera.

14 novembre 2015

Mancano ancora 12 ore all’arrivo a Bangalore.

WIB vigil

Bangalore, il manifesto della Vigil delle W.i.B.

Sono le 8.00 del mattino e guardo curiosa il paesaggio che si presenta alla luce del nuovo giorno e ad un migliaio di distanza da ieri. Vedo coltivazioni di riso, un piccolo cimitero coloratissimo con le tombe alte che paiono casette abitate; più avanti delle grandi piscine d’acqua: sono le coltivazioni di riso, nella fase dell’immersione. La zona si presenta pianeggiante con qualche alberello qua e là e diversi stagni con degli arbusti che spuntano con dei grandi fiori color lilla. L’acqua è decisamente abbondante da queste parti! Più avanti ancora, si scorgono dei campi coltivati a patate e a legumi. Le piante sono nate da poco, come se fosse primavera. Molti campi sono stati arati. Ora c’è un fiume con un pescatore che sta in piedi su una zattera. Attraversando centinaia di paludi arriviamo ad un’affollata stazione ferroviaria: invasa da svolazzanti, splendide libellule: siamo a Nello, mi dice un ragazzo di 19 anni di Bodhgaya che sta andando a Chennai per sostenere un esame che gli consentirà di entrare nell’esercito. Lui sta studiando storia all’università di Gaia e appartiene alla prima casta, alla pari dei bramini. Quando chiedo alle tre coppie delle informazioni riguardo alla loro casta di appartenenza mi rispondono che loro si sentono soltanto indiani. In effetti, come apprenderò più tardi, la questione delle caste è molto sentita al nord del paese, anche se, quando si tratta di combinare i matrimoni si tende ancora a tenerne conto anche quaggiù. Guardo ancora fuori dal finestrino e scorgo distese di risaie con le piantine già alte che fuoriescono dall’acqua e poi, dei piccoli laghi con delle palme di cocco che emergono rigogliose; poi un grosso fiume con ai lati gli alberi coperti da colorati sacchetti di plastica di ogni tipo. Ci fermiamo a Gudor: siamo ancora in Andra Pradesh mi dicono le tre coppie. Attraversiamo ancora zone con folti alberi polverosi che si alternano a quelle con pochi arbusti dai fiori rosa e gialli che sbucano dalle acque delle campagne allagate dalle recenti piogge. Ad intervalli vedo sempre risaie con donne chine sulle piantine nei loro sgargianti ed eleganti sari colorati. Arriviamo a Tiruttyiur, un’altra grande città. Già all’ingresso si vedono grandi zone allagate piene di immondizie che galleggiano, casupole con tetti in amianto e una leggera brezza che muove le foglie degli alti alberi che stanno accanto alla stazione ferroviaria. Ora siamo arrivati a Chennai e il treno si svuota. Scendono le tre coppie dopo aver riposto cibi e coperte nelle numerose borse. Anche i mariti si prestano al riordino e al trasporto dei bagagli. Se ne va anche il ragazzo che dovrà sostenere proprio oggi l’esame per poter entrare a far parte dell’esercito. La periferia dopo Chennai mostra un’infinità di bambini che gironzolano e giocano intorno alle discariche che stanno accanto agli slums. La zona intorno a queste abitazioni è paludosa. Appena fuori dalla stazione ferroviaria compaiono dei gruppi di bufali che portano sulla groppa ciascuno un uccello diverso: un gabbiano, una cornacchia, una gazza. I fiori dal lunghissimo gambo qui sono lilla e gialli. Una corriera dismessa giace lungo la ferrovia ed è piena di bambini che giocano. Il treno si ferma ancora: siamo ad Araconat. Qualcuno scende a riempire la bottiglia dell’acqua alla fontana. C’è gente seduta sulle panchine, altra in piedi e tutti sembrano stare tranquilli quasi non dovessero attendere nessun treno. Ancora palme di cocco, tante, quasi dei boschetti, campi di grano e mais, una stradina sterrata, dei piccoli stagni qua e là, bufali e capre al pascolo e pastori che li guardano: l’insieme dei personaggi e l’ambiente paiono un presepio vivente, un paesaggio surreale. Stradine con alberi in fiore, casupole tacite e gente laboriosa, campi di grano e mais ancora. Sul treno arriva una giovane mendicante elegante: pone le mani sulla fronte di un passeggero in cambio di denaro. Altre ragazze vogliono segnarmi il cerchio rosso sulla fronte come fosse un dono, ma ormai conosco la procedura che utilizzano e faccio segno di no. Pare che tutti questi venditori di benedizioni invochino la dea del denaro. Le tre coppie, difatti, mi raccontano che Lakshmi è proprio la dea del denaro ed è figlia di Shiva e Parvati. Arriviamo a Katpadi affollata e silenziosa; all’uscita dalla stazione c’è diversa gente accampata sotto degli archi di un edificio dismesso. Subito dopo compare una grande discarica popolata da grossi maiali rosa e neri in cerca di cibo. Più avanti ancora capanne e palme di cocco che si ergono slanciate verso il cielo, appoggiate ad un tronco che sembra solo sfiorare il terreno con la sfera della sua larga base. Una moltitudine di caprette nere arriva al villaggio accompagnata da una coppia di anziani, probabilmente marito e moglie. Un elegante spaventapasseri, tutto solo, vestito all’occidentale, sta facendo silenzioso la guardia alle cornacchie in un campicello lì accanto.

Bangalore

Il percorso tra Bangalore e la sede rurale dell’associazione Vimochana di Vegagal in Kolar dove trovano rifugio le donne sopravvissute alla violenza ospita gran parte del meeting internazionale delle Women in Black.

WIB gathering

Si tratta di un luogo molto ampio ed accogliente dove lavorano uomini e donne che fanno parte sia dell’Associazione Vimochana sia delle Women in Black. La struttura architettonica è stata costruita con i materiali naturali del posto: pietre, mattoni e legno.

Bangalore, 17 novembre 2015, pomeriggio. Un momento del meeting nella sede rurale di Konar.

Bangalore, meeting internazione delle Donne in Nero del novembre 2015. Un momento della plenaria a Kolar sede rurale dell’associazione Vimochana.

La zona dista oltre un’ora dalla città: il percorso inizialmente è pianeggiante con qualche palma qua e là e diversi alberi dai fiori rossi. Gli spazi tra le abitazioni sono intervallati da diverse industrie: a tratti compaiono degli edifici con le grandi scritte in alto “Volvo” e “Toyota” e molti cementifici e fornaci con delle ciminiere fumanti.

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Bangalore, novembre 2015. Visita alle donne ospiti del centro antiviolenza Vimochana di Kolar.

A momenti si vedono dei palazzi coloratissimi, dei boschetti di bambù, covoni di letame, una, anzi due moschee. Piove a dirotto e le stradine di campagna che dobbiamo percorrere a piedi per un breve tratto sono tutte infangate e innondate da rigagnoli e pozzanghere. Quasi tutto il convegno si tiene a Kolar a parte il secondo giorno che si svolge al Mount Carmel College di Bangalore e la giornata di chiusura del meeting con la Vigil, la grande manifestazione sulla M. G. Gandhi.

Bangalore, la Vigil del 18 novembre lungo la M.G.Road.

Bangalore, 18 novembre 2015. La Vigil delle W.i.B. in M.G.Road.

Durante la giornata del “Tribunale Mondiale delle Donne contro la Guerra, per la Pace” svoltasi al Mont Carmel College sono emerse le testimonianze delle violenze e degli stupri subiti dalle donne, anche in tempi recenti, in diverse parti del mondo.

Bangalore, Mount Carmel College. Apertura del Meeting internazionale delle W.i.B. con una danza maschile.

Bangalore, 16 novembre 2015. Lo svolgimento del Meeting internazionale W.i.B. al Mount Carmel College.

La violenza contro le donne in Armenia, il peggioramento della situazione femminile in Afghanistan dopo l’invasione U.S.A. di 14 anni fa, la guerra in Palestina e la continua espansione delle colonie che rendono la vita impossibile ai palestinesi, la guerra in Kashmir che ha origine da una soluzione provvisoria di annessione del territorio all’India del 1947 divenuta poi un’imposizione…sono alcuni dei temi trattati durante la giornata del Tribunale Mondiale delle Donne contro la Guerra.

Bangalore, 18 novembre 2015. Vigil delle Donne in Nero lungo la centralissima M.G.Road.

Bangalore, 18 novembre 2015. Vigil delle W.i.B nella M.G.Road.

Ai 5 giorni del Convegno sono stati presenti 70 partecipanti internazionali provenienti da 16 paesi diversi e oltre 50 provenienti dall’India e da Bangalore.

Bangalore, Vigil del 18 novembre sulla M.G. Road.

Bangalore, 18 novembre 2015. Vigil delle Donne in Nero nella M.G.Road.

Ieri, il giorno dopo la conclusione del meeting, con Silvia, siamo tornate nella zona elegante della M.G. Road, dove si era svolta la Vigil delle Women in Black.

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Bangalore, 20 novembre 2015. Il quartiere musulmano di Lal Masjid.

Silvia è ripartita per Roma questa mattina e il mio pullman per Kochi, nel Kerala, partirà stasera. Torno alla M.G. Road e poi visito il quartiere musulmano che sta lì accanto: Lal Masjid OPH Road.

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Bangalore, 20 novembre 2015. Il quartiere musulmano di Lal Masjid-OPH-Road.

Il guidatore del moto risciò mi chiede solo 10 rupje per il percorso dall’hotel di Majestic a questo vivace quartiere, ma in cambio devo far sosta in due negozi, nonostante non abbia intenzione di acquistare nulla. Alla fine compro un braccialettino di lapislazzoli che al ritorno regalerò a mia figlia. Nei due eleganti negozi dove mi ha portata il driver lavorano molti ragazzi del Kashmir e vendono sete e pashmine (scialli di Kashmir) di lassù. Il quartiere musulmano è costituito da numerosi negozi che si estendono fin quasi sulla strada, ma la merce che vendono è di scarsa qualità. Ci sono diverse moschee qui: a mezzogiorno si sente il canto del muezzin provenire da quella qui accanto, sulla via principale dove sto passeggiando. Faccio un passo per entrare, ma l’accesso non è consentito alle donne. Proseguo lungo la via e noto una moschea che sta proprio attaccata ad un tempio induista. Il quartiere è caratterizzato dalla presenza numerosa di musulmani che si distinguono per il loro modo di vestire: casacca e berettino circolare bianco per gli uomini, abito e velo nero con solo gli occhi visibili per le donne di ogni età. Torno a Majestic in tuc-tuc: fa freddo e questo risciò non ha il telo ricavato da un sacco di cemento che solitamente mettono ad una portiera per riparare i viaggiatori dall’aria e dalla pioggia.

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Bangalore, 20 novembre 2016. L’entrata all’Annamma Temple, nel quartiere Majestic.

Passiamo davanti alla sede del Parlamento del Karnataka che gli altri guidatori di solito mi segnalavano con orgoglio, ma questo guidatore ha fretta di concludere il percorso. Devo pagare 60 rupie per la corsa con 500 rupie e il driver non si fida e io non riesco a farmi cambiare i soldi da nessuna parte. Alla fine il resto ce l’ha lui, nascosto tra gli strati di abiti e tasche sotto il camicione!

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Bangalore, 20 novembre 2015, quartiere Majestic. Annamma Temple.

A Majestik mi inoltro tra le stradine laterali della via principale e seguo la scia della gente. Ad un certo punto mi compare davanti un grande tempio induista dedicato alla dea Annamma. E’ pieno di donne, uomini, bambini e bambine che accendono lumini e offrono latte e riso alla dea versandoli in una piccola vasca quadrata che sta lì accanto.

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Bangalore, 20 novembre 2015, Annamma Temple. Offerte di latte e riso alla dea.

Alle 21.00 parto per Kochi. Nella sala d’aspetto familiarizzo con un padre e una figlia adulta. Lei lavora come infermiera a Bangalore e il padre è venuto a prenderla per accompagnarla a casa. Abitano nei pressi di Kochi e lei dormirà una notte a casa e poi il padre la riaccompagnerà qui. Della famiglia fanno parte, oltre alla madre, due altri figli: uno, di 18 anni che sta studiando e lavorando come infermiere in Canada, l’altro, di età intermedia, è portatore di handikap.

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Bangalore, 20 novembre 2015. Annamma Temple.

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