25 novembre 2015
Oggi dopo una camminata per il centro e la spiaggia di Fort Cochin con Richard, alle 12.00 prendiamo il tuc-tuc per la fermata dell’autobus diretto ad Alappuzha. Troviamo una cittadina con l’aspetto ancora paesano: un ampio mercato che fiancheggia tutte le vie centrali e un tempio indù con un’infinità di statue lungo le pareti e sul portale. Lungo il canale che attraversa la città s’intravede una splendida statua di donna, nuda, con coda di serpente, attorniata da alcune grandi conchiglie scolpite.
Kerala, Alappuzha. La statua della donna serpente sulla riva del North Canal.
Più in su vediamo un’altra scultura simile, ma più piccola. Queste statue rimangono quasi nascoste da una recinzione in legno che protegge la strada dal canale. La spiaggia dista due kilometri dal centro secondo la guida Lonely Planet, ma gli autisti dei tuc-tuc ci dicono che si trova a 4 kilometri. Per cena esco da sola a cercare un ristorantino, ma la zona intorno all’hotel, pur centrale, è illuminata solo accanto alla vicina stazione dei pullman. Mi accontento di acquistare in una bancarella due polpette di verdura quasi secche e due banane fritte. Al rientro vedo una corriera ferma davanti ad un hotel apparentemente elegante e costoso. I turisti che scendono dalla corriera per accedervi sono tutti indiani e stanno scaricando dal bagagliaio del tetto un’infinità di borse, valigie, pacchi, pentole, coperte. Chiedo loro qualche informazione e i pochi che parlano l’inglese mi dicono che arrivano dal Panjiab e sono qui per visitare i templi induisti della zona.
26 novembre 2015
Mattinata sulla spiaggia di Alappuzha raggiunta con Richard in tuc-tuc.
Kerala meridionale, Alappuzha beach.
Uno splendido mare e una sabbia dorata mescolata ad uno strato intriso di petrolio che s’appiccica ai nostri piedi annerendoli. Cornacchie, gabbiani e altri uccelli s’accostano alle onde nel momento in cui si ritirano lasciando loro afferrare i pesci che trasportano insieme all’acqua sulla riva. La spiaggia è quasi deserta in questo periodo. Lungo la fila di hotel che fiancheggiano la spiaggia si scorgono alcuni turisti seduti all’ombra ed altri appena arrivati in pullman sulla riva del mare. Un venditore ambulante si è appena precipitato sulla spiaggia a rincorrere i turisti e poco più in là si attivano le bancarelle che vendono cappelli, palloni, cibi fritti e bibite.
Kerala meridionale.Turisti sulla spiaggia di Alappuzha.
E’ ora di pranzo e l’unico ristorante aperto cucina soltanto omlette, patate fritte e bibite ad un prezzo più che raddoppiato rispetto al centro.
Alappuzha, l’entrata del Kalli Hamma Temple.
Verso sera usciamo a visitare il Kalli Hamma Temple: ci sono belle statue sul portale e in alto, ma all’esterno, lo spazio sottostante è utilizzato per i negozi. All’interno di un vialetto che conduce al tempio c’è un sacerdote, naturalmente che fa un attento controllo per non lasciar scattare foto. Qui c’è solo un’immagine della dea Kali racchiuso all’interno di una cappella.
Alappuzhha, dintorni. Le houseboats abitate.
Il giorno dopo, in mattinata prendiamo il traghetto per Kollam, attraversiamo i canali del fiume e arriviamo al molo sul lago Ashtamudi.
Alappuzha, mercatino del mattino accanto al tempio.
Il percorso di otto ore è splendido e si svolge tra palmeti inclinati verso il fiume e piegati nelle più svariate posizioni, uccelli marini bianchi, neri, grigi e marrone, reti di pescatori con la loro enorme struttura, qualche barca con poche persone a bordo. Verso sera i movimenti delle barche e delle grosse reti della zona cominciano a muoversi per dar inizio all’intensa attività della pesca che inizia con il calar del sole. Percorriamo il fiume e i canali che attraversano i villaggi formati da casupole con tetti in lamiera o tegole simili a pianelle. L’uscio delle casette lascia vedere donne indaffarate a lavare i panni e a stenderli nello spazio che sta vicino al fiume, non lontano dalle piccole imbarcazioni lì accanto parcheggiate.
Kerala meridionale. La vita nei villaggi nel tratto tra Alappuzha e Kollam.
Percorriamo ancora il fiume talvolta infestato dalle piante di giacinto e di muschio che a tratti ricoprono la superficie dell’acqua. In un villaggio di case colorate si scorgono dei bambini grandicelli in divisa azzurra rincorrersi nel cortile di una scuola. A tratti si vedono gruppi di houseboats abitate dalla gente del posto, altre stanno lì, in attesa di essere contattate dalle agenzie di viaggio per i tour o per alloggiare i numerosi turisti che arrivano dall’occidente. Man mano che scendiamo le grosse strutture in legno per le reti da pesca s’infittiscono e si perfezionano con l’inserimento di carrucole e pali di acciaio. Da questa immensità di pali di sostegno e di reti si può immaginare come qui l’attività della pesca sia una risorsa basilare per l’attività della zona.
Kerala meridionale. Pescatori tra Alappuzha e Kollam.
Guardo gli uccelli dal collo lungo che stanno appollaiati tranquilli sui pali delle strutture, a volte da soli a volte in gruppo, a volte sono neri, altre bianchi, o grigi o anche marroni. Tra grandi strutture per la pesca ci sono anche delle piccole barche di pescatori che si muovono poco prima del calar del sole mentre altri stanno seduti in gruppo sulla riva a riparare le reti.
Kerala meridionale. Tramonto verso Kollam.
Il mio pensiero non può non andare per un attimo ai due pescatori del Kerala uccisi per errore qualche tempo fa da due fucilieri italiani che li hanno scambiati per pirati. Arriviamo in un porto con diverse grosse imbarcazioni in fase di restauro, probabilmente in preparazione dell’alta stagione ormai imminente. Sulla nostra imbarcazione ci sono solo turisti, alcuni soli, altri in coppia, altri in gruppo. Ci fermiamo per il pranzo in un ristorante dal menù fisso: riso scotto e salse locali serviti su un foglio di carta verde, in sostituzione della foglia di palma tradizionale. Il gruppo di turisti australiani scende nei pressi dell’ashram della guru Amma, la santa degli abbracci: il Mathe Amrith Ananda May Mission.
Kerala meridionale. Villaggio tra Alapphuza e Kollam.
Prima di arrivare a Kollam il battello fa un’altra sosta in un ristorante per il cjai con polpetta. Man mano che ci avviciniamo a Kollam spiccano bianche, o gialle o grigie, numerose chiese che si ergono con le loro guglie tra il verde delle palme e l’azzurro del cielo specchiandosi nelle acque limpide del fiume.
Kerala meridionale, nei pressi di Kollam. Pescatori al tramonto.
Guardo affascinata gli uccelli appoggiati sui pali che paiono godere del fascino del tramonto: stanno immobili, in silenzio, ad osservare.